Luoghi: Laax

Laax, il paradiso del freestyle...

Arieccoce!! A tre giorni di distanza eccovi le imprese dell’ultima giornata con Blackie, a Laax! Al solito la prendo larga: la storia di questa giornata inizia quasi due settimane prima. Sull’onda dell’entusiasmo seguito alla meravigliosa giornata di Chiesa Valmalenco decido di tornare a surfarmela con Blackie e tutta la RLZ Surf Tribe al piu’ presto, e con aspettative altissime: mi hanno sempre parlato bene di questo paesino incastrato nelle Alpi grigionesi, e soprattutto conosco la fama delle sue piste, inserite in un comprensorio che, oltre a Laax, raggiunge anche Flims, paesino confinante dove scende l’altro versante di quest’ampia e rinomata stazione sciistica. Insomma, mi aspetto che la giornata mi sappia regalare emozioni al livello, se non superiori, a quelle di Chiesa. Complice la voglia di non perdere i posti sull’RLZBus, che di solito vanno a ruba, il 3 Marzo, a 10 giorni dalla surfata, mi arriva la ricevuta di Paypal: PRESENTE!!

Da quel giorno inizio a gasarmi: controllo le previsioni meteo ogni due ore circa, mi studio i tracciati delle piste e mi guardo una lunga serie di video girati in zona; molti di questi video, tralaltro, sono girati in un luogo esclusivo per i Board Sports, ovvero la Freestyle Academy, un neonato skate park indoor, unico in europa, che, guarda caso, ha scelto proprio Laax come casa propria! Si’, lo so, state pensando che sono malato…ma è troppo bello caricarmi a molla e fantasticare per giorni!! Non piace anche a voi, nel grigiore dell’ufficio, lasciar andare la testa tra bianchissime distese di powder o su alti kicker, immaginandovi protagonisti di acrobazie che, soprattutto se siete niubbi come il sottoscritto, sono di MOOOLTO al di là delle vostre possibilità?? Sono sicuro di si’!! 😉

Beh, questo è il morale con cui, insieme a Lollo, nuovo tesserato RLZ e compagno di surfate, parto da casa mia verso la solita piazza Mercato. Macchie di colore, qualche faccia sconvolta da una serata finita poche ore (minuti??) prima…si’, sono decisamente loro!! Il morale, tralaltro, resiste stoicamente nonostante una pioggia battente si accanisca su un branco di pazzi vestiti da snow a Varese!! Ma poco importa…3h di viaggio o poco meno e saremo a Laax, decisamente piu’ in tono col posto!!! Poco sonno a sto giro, e tante ciaccole (chiacchiere, ndr) con Lollo, curioso di vedere le piste, ma soprattutto di testare la nuova tavola, una Forum presa da Zoopy un mesetto fa e non ancora collaudata!!

L’arrivo al paesino è annunciato da Vinc con qualcosa tipo: “Beh ragazzi…mi dicono che c’è un sacco di neve (risatina)…un sole della madonna (risate diffuse)…e poco poco vento (risate, con un velo di preoccupazione)”…mi perdonerete l’espressione colorita…ma, colta l’ironia, penso altrettanto ironicamente “Che culo!!”. D’altra parte noi siamo riders, e ricordando le sagge parole di James Douglas “Jim” Morrison, che con i Doors cantava “riders on the storm” in quel capolavoro del ’71, nessuno si lascia intimorire dalle funeste notizie…siamo tutti determinati a spaccare, neve o non neve, vento o non vento, sole o non sole!! Tutti giu’ dal pullman, boots ai piedi, tavole in spalla e via che si va!! La stradaIl Rocks Resort di Laax per la base degli impianti si snoda in mezzo ad un albergo, distribuito in 3 edifici tutti rivestiti in pietra, con grandi finestre di dimensioni diverse tra loro . Un complesso affascinante che forma, nello spazio intercluso, una sorta di piazzetta: si tratta del Rocks Resort, complesso alberghiero di lusso progettato dallo studio Domenig. Molto, molto figo! (ok, fine digressione architettonica)

Finalmente si sale. Neve se ne vede davvero poca, ma sulle piste è stata abbondantemente sparata. La pista di rientro arriva a valle nella forma di una lingua di neve circondata da alberi e terra brulla, ma poco oltre, appena un poco piu’ in alto, il paesaggio comincia ad assomigliare di piu’ a quello cui siamo abituati: una pista impegnativa scende ripida verso la base degli impianti mentre si iniziano a vedere un po’ di skiers e riders che si divertono: tra gli altri un tipo scende saltellando su una specie di tavola con sellino e manubrio che sembra mooolto divertente: prima o poi la provero’!!

Arrivati in cima alla cabinovia c’è un breve sentiero di collegamento fino all’attacco della seggiovia che raggiunge il Crap Sogn Gion. Qui perdo il grosso degli altri: mi fermo un momento ad aspettare un amico che ha qualche problema a chiudere gli attacchi troppo stretti e ci ritroviamo indietro. “Dai, poco importa, scegliamo una pista a caso?” – “No, beh, visto che da questa parte non si sta in piedi dal vento che c’è, scenderei dall’altra parte!!” – “OK!!”, scelta oculatissima in realtà, ma questo lo capiremo solo piu’ tardi…

Da qui parte una pista di media lunghezza, rossa, che si chiude al Plaun, vasto pianoro alla confluenza di due valli. La percorro con una certa difficoltà: la neve mi pare un po’ “molla” ed è piena di cunette. Penso: “è che devo abituarmi, riprendere la mano” pero’ come prima pista rimango un po’ deluso. Effettivamente c’è una luce che pregiudica in parte la visbilità, tira vento e la neve è veramente un po’ rovinata: è poca in primis, e sembra poco battuta, forse proprio a causa della sua scarsezza. Torniamo in cima e, sempre causa vento, scendiamo nuovamente dalla stessa pista, decisi a salire sull’altro versante, verso Flims. Forse di là la neve sarà meglio!! 🙂 La seconda discesa in effetti va molto meglio, un pochino dovevo davvero prendere la mano, pero’ è sempre insoddisfacente nel complesso, voglio provare altro!

Una cabinovia sale al Plaun direttamente da Flims, e nello stesso edificio scambia su un secondo impianto che, a sua volta, dopo una prima stazione intermedia, sale al Nagens, 2127m di quota. All’uscita le piste intorno sembrano tutta un’altra cosa!! In effetti la prima discesa su quest’altro versante è assai piu’ soddisfacente: la neve pare migliore e la pista non è niente male!! Finalmente!! L’altro lato della medaglia è il vento, che qui è piu’ sostenuto, ma comunque sopportabile. Comincio a capire il perchè della nomea di questo comprensorio: e’ davvero molto vasto e quando provo ad immaginarmelo in una bella giornata le immagini del posto che risultano dalla mia fantasia sono decisamente convincenti. Un paio di piste di fila qui mi restituiscono quel che la discesa al Plaun mi aveva tolto, mi diverto, faccio persino qualche saltino su un paio di cunette!! BELLA!!!

Bene, sempre piu’ in alto è il pensiero fisso che mi gira per la testa!! Dopo un paio di piste avanti e indietro si cambia di nuovo, ed una seggiovia ci porta ai 2420m del Mutta Rodunda. Sedili riscaldati e schermo protettivo, una risalita in pieno comfort fino in cima: scendiamo, passiamo dietro al casotto d’uscita e…PORC!!! Qui c’è vento, anzi, c’è VENTO!!! Un incubo: la discesa successiva è un incubo, puro e semplice! Io non riesco nemmeno a stare in piedi, e intorno a me, anche i piu’ abili, fanno una gran fatica. Non possiamo nemmeno riposarci perchè a star seduti la neve alzata dal vento sulla pista ti arriva in faccia, mentre a stare in piedi ti senti letteralmente portato via! Vabbeh, ce la caviamo in qualche modo fino al Nagens, poi decideremo il da farsi!

Optiamo per un altro paio di piste nella parte piu’ bassa del comprensorio, e poi scendiamo fino al Plaun per risalire nuovamente di là, verso il punto di partenza della nostra giornata. Sarà da qui che si scenderà a valle dopo, ed è qui che ci aspettiamo di trovare gli altri. In effetti i migliori riders della combriccola, a parte quando se ne partono per qualche freeride, sono facili da trovare come un orso se c’è del miele in giro: orso sta a miele come Pazzi di RLZ stanno a PARK!!! Già, park, e qui ce ne sono tre, tutti

L'area del park, coi suoi maledetti skilift!

radunati intorno al Crap Sogn Gion: ci sono due half pipe diversi kicker anche molto alti, e in generale, tra rail e boxes, tutti gli ingredienti necessari per creare un vero paradiso del freestyler!! I park sono a tre diversi gradi di difficoltà, tutti e tre completi anche se ognuno al suo livello, spettacolari!!

Arrivati in cima decidiamo di farci una pista dall’altra parte, dove prima tirava troppo vento, ora un po’ piu’ debole. Madornale errore!!! La pista è molto bella in effetti: scende immensamente larga per 5-10 minuti, poi, secondo i nostri calcoli, dovrebbe continuare morbida, tra i boschi, fino ad una seggiovia: l’obiettivo è evitare le numerose ancorette che popolano questa parte di comprensorio visto che sullo skilift soffro sempre un po’. Arrivati a metà, il resto della pista è chiusa per assenza di neve, e l’unica risalita disponibile è un infinito skilift ad ancora! CHE FATICAAAAAAAA!! Arrivo in cima al secondo tentativo, dopo una caduta abbastanza comica in un tratto pressochè verticale, sconvolto, mentre, disseminate lungo il percorso, vedo diverse persone, soprattutto niubbi, che abbandonano il campo inerpicandosi in lunghissime camminate fino alla prima pista che conduca ad un altro impianto di risalita, ovviamente non uno skilift… 🙂

Qui, praticamente, si conclude la giornata. Tornati al Crap Sogn Gion entriamo al ristorante: faccio compagnia a Lollo mentre mangia e me la chiacchiero un po’ con i ragazzi di RLZ, tutti insieme, e tutti radunati nella zona centrale del ristorante. Usciti ci facciamo l’ultima pista, per poi scendere in funivia fino alla base. Giudizio complessivo? Non saprei, se dovessi giudicare la giornata in sè e per sè dovrei dire che non è andata bene. Neve molla, troppo vento, e le piste sembravano talmente messe male che il giudizio non poteva essere che negativo. Pero’ credo di avere intuito il potenziale di questo gioiellino, e poi ho messo qualche altra ora di snow nel mio bagaglio d’esperienza!! Aspetto di tornarci in giornate migliori!! Nel frattempo, cari riders e readers (lettori, ndr), ci vediamo la prossima volta!! STAY TUNEDDDDDDD!!!!

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