Luoghi: Cervinia…ovvero la mia tragicomica prima volta sullo snow…

Il meraviglioso Matterhorn, il Cervino

Bentornati,

 

continua la serie piu’ prolifica del blog, ovvero la serie “luoghi”, con un post tutto da ridere, o quasi :). A Cervinia, come vi ho raccontato in passato, è iniziata la mia avventura sulla tavola e ad essa ho legato dei ricordi e delle esperienze anche positive, ma prevalentemente negative, almeno per come l’ho vissuta li’. La porzione di piste e impianti che ho percorso, minima, la nebbia e soprattutto il discorso “piattoni” potrebbero influenzare negativamente il mio racconto, e quindi prendetela come una storia, piu’ che come una recensione!

Siamo a Novembre, a inizio stagione. Parto alla volta di Cervinia alle 6 del mattino, dopo una serata decisamente impegnativa con amici: il compleanno di due di loro, finito verso le 3!! Due ore di sonno e la sveglia…AAARRRGGGHHH!! Non avevo ancora Blackie, nè nulla dell’attrezzatura. Ho recuperato un paio di pantaloni da sci, probabilmente vecchi di trent’anni, a casa, e mi son fatto prestare un’ottima giacca. Mi faccio prestare la tavola del fratello di una mia amica, un poco piu’ lunga della mia misura, ed affitto i boots. Avevo comprato giusto i guanti della Burton, che pero’ non bastano certamente a compensare le carenze del resto dell’attrezzatura: i panta sono troppo larghi e non hanno le bretelle, ho messo una felpa piu’ un pile sotto alla giacca, ma stupidamente li ho tenuti fuori dalla tuta…i risultati a fine giornata sono riassumibili nell’intero viaggio di ritorno coi vestiti bagnati fradici e una bella influenza a seguire…

Ma torniamo all’inizio. Io per la prima volta in montagna in giornata col pullman, scendo dal bus leggermente stordito: tutti, coloratissimi, intorno a me si cambiano e con un bus navetta saliamo all’attacco della funivia. Stazione intermedia, noleggio i boots e via!!! Sono carichissimo, impaziente di cominciare a mettere a frutto i due mesi di preparazione atletica e allenamento all’equilibrio fatto sull’IndoBoard: mi aspetto di partire alla grande!! Seconda funivia fino al Plateu Rosa, e mentre sorrido immaginandomi già abilissimo rider sulla neve (tranquilli, potete anche ridere di gusto!!!) penso che i fasti di un tempo di Cervinia si notano: ad ogni stazione non si trova il classico casotto fatto solo per entrare e uscire, ma dei centri commerciali in miniatura, con negozi per il noleggio e l’acquisto dell’attrezzatura, ristoranti e bar. Arrivato in vetta esco, con l’idea di non perdere gli altri. Mi siedo nella neve, chiudo un attacco, chiudo il secondo, mi alzo a fatica e…ho perso gli altri, ovviamente. E’ la prima volta che metto la tavola e sono lento…e come se non bastasse c’è nebbia.

Vabbeh, partiamo: 10 metri e, ovviamente, FACCIATA NELLA NEVE! Con un po’ di impegno i metri percorsi di fila aumentano…”prova qualche curva”, mi dice la Vale. “OCCHEI”, faccio io. Penso “mo’ ci provo! DAI!!!”……….FACCIATA NELLA NEVE!!!!!

<<<diverse FACCIATE dopo>>>

“Adesso ci devo riuscire!!! EVVAAAIIIIII”. Infilo la prima curva da back a front, e mi sento eroico come un soldato in prima fila! Buono dai, i primi dieci minuti, salvo l’inconveniente di aver perso gli altri, sono andati bene! Sentire la tavola che cambia lamina e ritrovarmi col busto a monte mi sembra la piu’ grande delle conquiste, e forse è qui che ho deciso veramente che volevo, anzi pretendevo di imparare a surfarmela!!

“Marco, guarda che qui devi cercare di prendere un po’ di velocità, perchè c’è un piattone qua sotto, e se non ti lasci andare rischi di fermarti!!” – “OK!!”….ecco, appunto, OK! Se non che appena prendo velocità la tavola fa quel che vuole, mi sbilancio e…indovinate? FACCIATA NELLA NEVE!! Faccio altri 20m arrancando per cercare di non dover togliere la tavola ma è inutile…via un attacco, via l’altro, e via a piedi! Arrivo in fondo al piattone, la mia amica, mi incita, comprensibilmente annoiata, chiudo gli attacchi con una lentezza leggermente “meno lenta” e si riparte: “spero che i piattoni, per oggi, siano finiti!!”.

“Cervinia è PIENA di piattoni, e finchè non avro’ imparato ad andarci BENE in tavola a Cervinia non mettero’ piu’ piede”

Questo è il pensiero che mi assilla nella mezzora che segue. Riparto, altri 5 minuti di pista e si torna ad andare. Qua e la qualche curva riesce, anche se la maschera, facciata dopo facciata, è diventata una sorta di muro insondabile, quindi la tengo alzata. Da qui fino al momento in cui ho visto degli impianti di risalita attraverso ancora diversi piattoni. In uno di questi un maestro di sci clemente mi tende la racchetta e mi traina con entrambi gli attacchi chiusi fino al prossimo pendio, ma tutti gli altri me li faccio a piedi, affondando nella neve, e con un crescente senso di frustrazione.

Finalmente arrivo in fondo, ci sono gli impianti, potro’ rilassarmi qualche minuto in seggiovia!! Passiamo lo skipass, niente. Lo ripassiamo, niente. Chiedo, e un tipo tutt’altro che gentile e tutt’altro che italiano mi spiega che siamo sul versante svizzero, e il nostro skipass vale solo su quello italiano. “Prentere funifia per risalita, e ta cima scendere ferso fersante italianen tenento sempre sinistra!”, ci esorta il burbero elvetico!! Costo della sola risalita con la funivia: 20 euro a testa!! F**K!!!! Arriviamo in cima e iniziamo a scendere, tutti e due con un diavolo per capello: “dannata nebbia che ci ha fatto sbagliare, dannato me imbranato che ho perso gli altri, dannati svizzeri che fan pagare cosi’ tanto la risalita, dannata tutta Cervinia strapiena di piattoni e dannate la felpa, il pile, la maglietta e tutto quello che ho indosso fino alle mutande perchè è tutto bagnato, ed ora che mi son fermato per un po’ è tutto maledettamente freddo!!”.

Scendo senza impegnarmi in un tratto un po’ ripido, facendomelo tutto in back e scendendo “a foglia morta”, senza mai passare al front. Ancora un paio di piattoni forse, ma in una mezzora siamo di nuovo sul versante italiano, al Plain Maison…che suona tanto come “casa”. Sono passate due ore dall’inizio ma io sono esausto, e ho passato piu’ tempo a camminare che a sciare. In piu’ la giacca, di fuori, è perfettamente asciutta, ma sotto al primo strato, complici le sudate per arrivare in fondo ai piattoni e la neve infilatasi sotto la giacca nelle innumerevoli cadute, c’è il clima ideale per coccodrilli, rane ed animali anfibi in genere. In altre parole sono bagnato fino al midollo e ho soprattutto bisogno di asciugarmi…trovo un bagno con degli asciuga mani ad aria. Fa piuttosto caldo, quindi mi levo tutto il sopra e dalla maglietta alla felpa in 20 minuti asciugo tutto, anche se parzialmente. “Ripartiamo?”, “Vai tu se vuoi…io ora voglio bermi qualcosa di caldo!!”, “Ok, resto, da sola sulle piste, con la nebbia, no!”. Con la Vale ci sediamo…thè e panini portati da casa e cerco di tirare qualche somma: “beh, ho deciso che lo snow FA PER ME, l’ho pensato 10 minuti dopo aver messo la tavola ai piedi nonostante le numerose FACCIATE, e se lo penso tuttora, dopo l’incredibile intreccio di sfighe che ho avuto, vuol dire che probabilmente ci credo veramente!! La giornata di oggi? Beh, me l’avevano detto che il primo giorno era durissimo! Poi mettici la nebbia….poi mettici i piattoni….poi mettici la sfiga…è normale che mi sembri un disastro completo! Sono i piattoni che mi hanno rovinato!! Tutta colpa loro!! Maledetta Cervinia, ma non l’avrai vinta tu!! Cara mia tavola, ti domero’, prima o poi!!”.

La giornata si chiude dopo un’ultima pista servita da una seggiovia che parte dal Plain Maison, in fondo alla quale non ne ho davvero piu’: stretching, prendo fiato, e si va a prendere la funivia. Torniamo al pullman, per due ore e mezza di viaggio fino a casa. Appena prima di partire tutti giu’, per la prima di molte foto di gruppo con la RLZ Surf Tribe, che non avevo nemmeno cominciato a conoscere, e il ritorno a casa, esausto con il misto di sentimenti che vi ho descritto qua sopra.

Tutti giusti e comprensibili, ma quello su Cervinia…ecco, su Cervinia penso proprio, e pure spero tanto, di essermi sbagliato. Cervinia in realtà non è SOLO piattoni! Ce ne sono, ma si tratta comunque di un comprensorio vastissimo, e non voglio credere che quel posto cosi’ blasonato abbia conquistato la sua nomea solo grazie alla moda, e non grazie alla qualità delle sue piste. Sono cresciuto con il racconto poetico, quasi epico, delle imprese sul “Ventina” la pista di 11km che dal Plateu Rosa scende fino a Cervinia. Sono cresciuto con l’immaginario di quegli sciatori temerari degli anni ’70 e ’80, tra cui mio padre e il mio “fratellone” Andrea, miei “iniziatori” agli sport invernali, che affrontavano piste strette e piene di alberi con ai piedi due tocchi di legno (ovvero gli sci dell’epoca, soprattutto se confrontati con tavole e sci di oggi) a velocità assurde! Cervinia era proprio il centro di quelle imprese, forse il luogo piu’ rinomato d’Italia, deve per forza avere tuttora del profondo fascino!!

Infine, credo molto nel mio gruppo di pazzi, la RLZ Surf Tribe, che a Cervinia ha scelto di piantare una tenda, la House, che prima o poi passero’ a visitare di sicuro!! Per cui, cari miei, prendete questo post come l’avventura tragicomica che mi ha messo sulla strada dello snow, e ghignatevela un po’ alla mia salute leggendo di facciate nella neve, camminate nei piattoni e risalite costosissime su indicazioni di burberi elvetici! Spero, presto, di potermela godere da cima a fondo, questa Cervinia, insieme a voi…e di poter ridere insieme di come questa fantastica avventura dello snow, che come sapete continua sempre meglio, è cominciata!!

Ciaoooo!

M.

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