Luoghi: Alpe Devero

A fine giornata...faccia sconvolta, ma soddisfatta!!

Ciao a tutti dal sottoscritto e da Blackie!! Vi scrivo dopo una domenica passata, ancora una volta, sulle piste: da Varese, partenza alle 6.45 in macchina con i miei due fratelli, direzione Domodossola. In un’ora e un quarto raggiungiamo la città piemontese, e qui, dispersi, azz… Dopo un paio di peripezie riprendiamo la superstrada fino a Crodo, per poi salire verso Baceno. Ancora pochi chilometri tra tornanti, gallerie strettissime e sconnesse e ghiaccio sui saltelli di torrenti che scendono qua e là dalla montagna, e ci ritroveremo all’imbocco del paese, dopo 2 ore e un quarto di viaggio. Qui dovremo abbandonare la macchina, fuori dal centro abitato, perchè l’Alpe Devero, tanto in inverno quanto in estate è chiusa al traffico!

Superato un primo gruppo di case l’aria cambia, e si entra nella grande vallata che accoglie il paese: un vero gioiello nelle Alpi Lepontine, caratterizzato da una vasta spianata in cui confluiscono le valli che scendono dalle cime circostanti, ed è verso una di queste cime, il Monte Cazzola, che si sviluppa il comprensorio sciistico dell’Alpe. Una seggiovia, due skilift e un tapis roulant danno accesso a 6 piste, un fuoripista meraviglioso, che potete gustare in questo video, e ad un campo scuola.

Arrivati alla base degli impianti, presso un piccolo casotto in legno, potremo pagare lo skipass: 25 euro è la cifra giornaliera, cui, se è la prima volta che andate, dovrete aggiungere due euro di cauzione per la tessera magnetica ricaricabile, che varrà successivamente in tutti i comprensori del piemonte. L’atmosfera è fantastica, c’è un sole meraviglioso e non vedo l’ora di buttarmi sulle piste.

Prima risalita, nel giro di 7-8 minuti mi ritrovo in cima alla seggiovia, in un piccolo altopiano da cui parte uno skilift che, insieme ad un secondo poco sopra, conduce fino al monte Cazzola. Di qui, fino alla base degli impianti, si potranno seguire alcune piste che, concantenate e variamente combinate, formano un tracciato di 5km e mezzo.

Ora, vi ricordate che un mesetto fa avevo annunciato: “skilift: mastered”? Ecco, vero, ma c’è un “SE”, da scrivere a caratteri cubitali. A pochi metri dalla partenza del primo skilift una parte in lieve discesa, posta su una lingua di neve spostata per riempire un piccolo avvallamento mi ha messo in difficoltà: alla base di tale discesa, prima del nuovo attacco della pendenza, ci si ferma completamente, con l’asta del piattello in posizione pressochè verticale che ci sbilancia indietro; inoltre una pendenza trasversale al tracciato ci porta verso il lato, dove il tracciato si interrompe bruscamente. Su cinque tentativi uno solo va in porto, il terzo. Al quarto tentativo fallite, visto che la neve nella parte alta del tracciato, meno ombreggiata, è paradossalmente piu’ sciolta di quella che si trova nella parte bassa, decido di restare sulla seggiovia, e di concentrarmi sulla parte bassa del comprensorio, piu’ impegnativa, ma comunque divertente. Della parte alta del comprensorio mi sono fatto un’idea sommaria nell’unica visita che ne ho fatto: una pista divertente, abbastanza veloce, che verso il fondo ospita pure un piccolo park, con un paio di kicker, qualche box e qualche rail. Sono dunque il park e il meraviglioso fuoripista Misanco a costituire per freestylers e freeriders le principali attrattive di questa parte del comprensorio, specie in giornate non particolarmente calde come quella di domenica.

Nella parte bassa, superata la stazione d’arrivo della seggiovia, il tracciato si divide in tre: una prima pista, quella piu’ a sinistra, offre qualche minuto da sogno per gli sciatori. Larga e abbastanza pendente, ma non troppo, si snoda tra i boschi all’ombra. Bellissima anche sulla tavola, ma verso il fondo è necessario prendere velocità per superare un dosso. Il risultato? Ovvio! Tavola in spalle e 100m a piedi…argh!! Da questo punto di vista è meglio il tracciato che si trova sulla destra: pendenza piu’ costante, senza piattoni. Questo secondo tracciato, poco sotto, si sdoppia a sua volta: sulla sinistra una pista più convenzionale, nella quale, a metà discesa confluisce la pista di prima, alla fine del piattone. Sulla desta invece ci si infila in un canalone: bellissima pendenza e sponde alte, una sensazione meravigliosa sotto la tavola, e allora lasciamola scivolare Blackie!! Di qui si arriva fino a fondo valle, e per i piu’ temerari ci sarà pure un muro molto ripido, che condurrà fino alla base della seggiovia.

Tutto bello, pero’ a metà della discesa…BOOOOMMMM!! E’ qui che mi son preso la prima “presa male” con la tavola. Al solito dal front non ho tenuto bene la lamina, e son volato con la schiena verso valle, sbattendo la testa. Devo ringraziare la Briko, casa italiana di abbigliamento e protezioni bike e snow di cui presto vi parlerò, che ha prodotto il casco che indossavo. Dopo l’impatto ho avuto qualche minuto di forte stordimento, e per un’oretta ho avuto strizza, tanto che ho accolto molto volentieri l’arrivo della pausa pranzo!

A proposito di pranzo: se vi capiterà di voler visitare d’inverno questa perla di montagna, peraltro fantastica anche d’estate, arrivati in fondo alla pista prendete la via che conduce al paese, e, superato un ponticello che vi troverete sulla sinistra, infilatevi tra le due case in legno e pietra sulla destra. Troverete un piccolissimo ristorantino, accessibile tramite una lunga balconata, dove con 15 euro godrete di polenta e salsiccia, accompagnata da un’ottima fagiolata e ampiamente innaffiata da vino casereccio. Non mancheranno pane a volontà, acqua e dolce, e potrete ben dirvi soddisfatti!!

Ma tornando alla tavola, arrivato in fondo al pasto ero preoccupato. Le discese dopo il volo erano state deludenti perché non osavo come prima, per paura di farmi male. Torno in cima con l’idea di farmi un paio di piste e tornare a casa sul presto ma…ho iniziato a divertirmi!! Il pomeriggio è stato meraviglioso!! Ho ritrovato fiducia e sicurezza e sono arrivato in fondo all’ultima pista galvanizzato!!

Il comprensorio è piccolo, come ho detto fin dall’inizio, ma la dimensione è inversamente proporzionale alla frequentazione, che è di livello: buoni sciatori e ottimi rider si dividono tra piste, fuoripista e park, e mi sono ritrovato ad essere in mezzo a gente di livello molto piu’ alto di quanto mi aspettassi. Insomma, se sapete accontentarvi di poche piste o vi piace surfare in mezzo a tanta bella powder e strapazzarvi nel park, questo comprensorio, pur certamente di poche pretese, saprà darvi soddisfazione.

Beh, ragazzi, ottima giornata! Il prossimo weekend nulla, ma tra due settimane mi aspetta Chiesa Valmalenco, e poi sto mettendo le basi per 3 giorni pasquali a “casa” del piu’ rinomato park d’Italia, a Livigno, in entrambi i casi con i pazzi della RLZ Surf Tribe, che già conoscete un pochino, e che presto conoscerete meglio!! Ci sentiamo nei prossimi giorni, e STAY TUNED!!

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