Here we go….2011-2012

Beh, ragazzi, pare che ci siamo! Dopo mesi di lontananza dalle piste, e di conseguente cazzeggio a livello di scrittura, a poche ore dal ritorno sulle piste mio e di tutta la tribù di RLZ torno a muovere penna (o meglio, tastiera) e gambe. Si ricomincia domani, domenica 27 Novembre e si ricomincia laddove si era cominciato l’anno scorso, a Cervinia.

Ora, chi già ha letto qualcuna delle mie folli disquisizioni sull’argomento sa che proprio a all’ombra del Matterhorn è iniziata la mia avventura sullo snow e che l’esperienza dell’anno scorso è stata, come dire, tragicomica? A voi, miei amatissimi lettori, dice qualcosa la serie di parole sconnesse: “SSSSBBBOOOOOMMMMM…FACCIATA NELLA NEVE!!!!”? Ecco, se si’, ricordate anche le sensazioni della mia prima visita a Cervinia! Un disastro pressoché totale: ogni muscolo del corpo, ivi compresi alcuni muscoli che nemmeno pensavo di avere, con dei dolori tra il lancinante e l’insopportabile, un freddo bisso, le solide basi per un’influenza che ho scontato poco dopo e la neonata convinzione che, dannazione, pero’ lo snow mi piaceva troppo, quindi chissenefrega delle facciate, avrei imparato!

E adesso invece? Beh, adesso è passato un anno da allora. Di ore di tavola nelle gambe ne ho messe un po’, e assieme ad esse ore di longboard, ore di indoboard, ore di bici e corsa per tenermi allenato fuori stagione. Ore che invece meritano una menzione a parte sono quelle di youtube, spese per allenare la testa, per educarla all’esaltazione più totale…perché tra poche ore SI TORNA A CERVINIA C**ZOOOOOOO!!! Ecco, per ora l’allenamento di cui ho già verificato la buona riuscita è certamente quello all’esaltazione. Ero già preparato a passare l’ultimo mese prima di domani con una scimmia attaccata al collo, ma dannazione al GORILLA che mi son ritrovato non ero pronto! I video di pazzi scatenati che si buttano giù da crinali ben oltre il 100% di pendenza o che si lanciano su kicker FOLLI in ogni tipo di grab e flip li ho visti praticamente tutti. Insomma, mi sento un po’ come Kikko, maestro di iCamp, che in un video (meraviglioso) dell’anno scorso se la surfava sul letto, addormentato, mentre nel sogno saltava, carvava e galleggiava in metri di powder!!

A Cervinia si torna con il buon vecchio RLZbus, ma nel frattempo le cose sono un po’ cambiate per il grande branco di scombinati con cui, ormai lo sapete, me la surfo. La tessera RLZ si è fatta in 3, i bus sono diventati 2, la follia dei partecipanti è al quadrato e il casino che porteremo in Val d’Aosta (e in tutti gli altri posti che coloreremo con pants, jackets e tavole) cubico!! C’è una nuova RLZhouse a Cervinia e la solita voglia di far macello, c’è il sito http://www.rlz.it completamente rinnovato e un inedito Camp di Sant’Ambrogio e potrei andare avanti, ma mi fermo qua, non voglio mica rovinarvi tutte le sorprese della stagione!! In sintesi ci sono tutti gli elementi per cominciare gasati a dovere i prossimi 7 mesi di surfate.

Per quanto mi riguarda, beh, il fatto di avere un anno di tavola alle spalle mi fa pensare che i primi passi li ho fatti, che ne voglio fare ancora tanti, che mi sento carico a molla e che lo snow mi ha regalato una passione sotto forma di scimmia prensile…quindi continuerò su questo groove!!! Bella ragazzi, a domani e… STAY TUNEEEDDDD!!!

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Luoghi: Livigno-RuLeZ Days-Pasqua 2011 – Parte 2

Arieccoceeeeee!!

Blackie e il Longboard

Sono tornato, e approfitto di questi giorni di pausa dal lavoro e di (relativa, moooolto relativa) calma per finire quanto cominciato un paio di settimane fa…un altro lavoro delirante? NOOOO!! …il racconto dei RuLeZ Days a Livigno!! Prima di continuare pero’…una notizia: presto al blog si aggiungerà la sezione street!! Tornato dai RuLeZ non ho proprio potuto fare a meno di prendermi una longboard…una Globe trovata da Treesse a Milano! Le prime sensazioni non sono niente male…e cerco di allenarmi con una certa regolarità…si’si’…mi piace…e prima o poi iniziero’ a raccontarvi anche di questa nuova tavola, che ancora devo battezzare!! 😉

Dunque, eravamo arrivati al tardo pomeriggio di sabato, primo giorno sulle nevi livignasche con Blackie. Giornata molto soddisfacente per il sottoscritto, soprattutto grazie ad un pomeriggio passato con Lollo e Loris a scendermela in una neve che, a tratti, sembrava volesse farci provare l’ebbrezza del surf (in acqua)…ma che regalava di contro saltini ed occasioni continue di divertimento!! Arrivati a valle decisamente cotti si torna in albergo, doccia, e con Lollo via per un giro per le strade del paesino alpino…Livigno resta un bel posto, che pero’ ha un po’ sacrificato la sua autenticità al commercio, favorito dalle poche tasse cui è sottoposto, tanto da trasformarsi in buona parte in un grande centro commerciale all’aperto. Detto questo…che negozi!! 🙂 Uno in particolare, negozio di snow, motocross ed abbigliamento street, che ha conquistato occhi (e poi anche portafoglio) del sottoscritto! 😉

Tramonto goduto dalle sedie appena fuori da un locale, sorseggiando Spritz e vino…poi cena da signori a base di pizzoccheri, sciàt e Inferno, all’Helvetia, ristorante e pub dove, dopo una cena “free”, ognuno dove voleva, si è ritrovata la combriccola al completo per musica e drinks fino a tardi! Io e Lollo, cosi’ come altri, dopo qualche drink e un po’ di danze ci siamo ricoverati in branda. “domani si spacca tuttooooo!!” il pensiero col quale mi sono addormentato.

Sveglia carico a molla, colazione veloce e subito verso le piste, questo l’inizio del secondo giorno RuLeZ…arriviamo alla base degli ovetti del Carosello alle 9 e un quarto, carichi a molla! In questo secondo giorno faccio anche piu’ caso alla qualità degli impianti offerti da Livigno. Premesso che posso parlare solo del Carosello (al Mottolino non ci ho proprio messo piede) ho un paio di appunti da fare: gli ovetti sono dannatamente troppo piccoli!! 😀 😀 la prima volta che ne ho preso uno non sapevo come voltarmi: la mia Blackie è piccolina, è una Palmer Pulse 154, eppure non c’era verso di tenerla in piedi senza che s’incastrasse nel soffitto della cabina! E pure io, che non sono certo un colosso, ho picchiato piu’ di una volta col casco contro il soffitto. Con un po’ di pratica mi ci sono abituato ma resta comunque un aspetto decisamente migliorabile!! In piu’ le seggiovie, mediamente piuttosto lente. Anche questo si sopporta senza problemi, nulla di tragico, pero’ in un centro cosi’ noto e ben fatto ci si potrebbe aspettare degli impianti migliori!

Ma torniamo a noi! Prima pista subito gasatissimo!! Mi aspetto di sentire dei grossi miglioramenti da ieri a oggi, e in effetti mi sento bene sulla tavola! I movimenti sono assolutamente piu’ fluidi, non ho piu’ il “culo all’elio”, vale a dire che sono abbastanza dritto e meno impacciato, e il feeling è uno dei migliori di sempre! Scendiamo giu’ lungo la solita pista come riscaldamento. La neve tiene benissimo e al mattino è assolutamente godibile (anche se per poco). Arrivo in fondo e decido di riprovare a fare il sentiero di collegamento a velocità un po’ piu’ sostenuta. Gambe piegate, tavola dritta, concentrato, braccio disteso dietro, lascia che prenda velocità, passa in toeside, curvone verso destra, concentrato, controlamina e….FACCIATA NELLA NEVE, o meglio, botta clamorosa tra sterno e costole.

Ahia!! Mi rialzo un po’ stordito e dolorante…riparto con meno fiducia, come spesso mi succede dopo un volo un po’ rovinoso, pero’ deciso a farmi passare presto questo momento di en-passe. Prima risalita e proviamo a scendere lungo una diversa pista dello stesso versante. Si arriva su una pista molto larga, appena battuta evidentemente, servita da una lunga e lenta seggiovia che riporta nei pressi del Carosello. Nulla di che, devo dire! Considerato che il dislivello che si copre su questa pista è il medesimo della nostra solita, la pista mi appare molto piu’ corta. In effetti scende drittissima e con una pendenza abbastanza impegnativa da cima a fondo, ma senza spunti di divertimento, senza park in vista per vedere qualcuno che salta, e con una neve meno piacevole. No, bocciata. Arrivati in fondo torniamo sugli ovetti, ma ancora decisi a provare qualcosa di diverso torniamo giu’ per la pista del giorno prima, sull’altro versante. Forse perché è ancora presto, forse perché la pista è quasi integralmente in ombra, ma si scende su una lastra di vetro: neve durissima, completamente ghiacciata, vedo parecchi che, come me, scendono in heelside da cima a fondo. Mi sembra pure piu’ lunga di come me la ricordavo e giu’, in fila per la seggiovia, si mescolano voci di sciatori contenti e riders perplessi, che si ripromettono di tornare immediatamente sull’altro versante. Noi siamo tra i secondi, ovviamente.

Arrivati in cima alla seggiovia si torna sulla prima pista, quella che non tradisce mai. Quella dove ti diverti mentre lei si snoda giu’ per la montagna da parte al Park; quella dove puoi concentrarti sulla tua andatura oppure fermarti ogni tanto e vedere una macchia di colore che, per qualche attimo, si staglia contro al cielo; quella dove ho ripreso in poco tempo tutta la confidenza perduta e dove discesa dopo discesa ho sentito Blackie addomesticarsi a me, e lasciarsi guidare piu’ facilmente, in modo piu’ rilassato.

Dopo qualche discesa sempre con Lollo incontriamo Teo, Giulia e Marco. Un paio di piste con loro, e arriva l’ora di pranzo!! 🙂 Dai pressi del Bigairbag si solleva un filo di fumo profumatissimo, c’è il barbecue salamella e birra con Monster gratis per tutti e gente che salta tutt’intorno. Mi scolo la birra in un sorso unico, mi pappo il panino salamella-peperoni-cipolle-maionese (poco cotto a dire il vero) e sono già pronto a ripartire. Aspetto Lollo sorseggiandomi una Monster e si riparte. La griglia, con i tavolacci per mangiare, si trova all’interno del park, e dunque è lungo il park del Carosello che facciamo la prima pista post-pranziale, tra kicker e rail e gente che gira grosso, tra cui la Fede Panico!! Per un momento mi viene quasi voglia di saggiare piano piano un kicker, senza saltare, solo “sentendolo” sotto la tavola, pero’ nel park c’è gente e voglio evitare colossali figure di m***. 🙂 Quindi mi accontento di girare attorno a quelle montagne di neve compatta, tentando di immaginare le sensazioni del corpo in volo e la reazione delle gambe quando toccano terra, anche se penso: “prima o poi…”.

Arrivati alla fine del park si rientra sulla pista per qualche centinaio di metri fino al sentiero di collegamento, si risale e cominciano le piste del pomeriggio. Anche oggi non riesco a fermarmi. Sono stanco ma è troppo esaltante sentire Blackie che fa esattamente quello che voglio. Nelle ultime due piste ho anche capito un’altra cosa che non vedo l’ora di riprovare la prossima stagione. Entrando in front se metto tutto il peso verso l’interno e sono abbastanza veloce la carvata viene perfetta e richiede molto meno sforzo sulle gambe, e lo stesso noto entrando in back. In altre parole con un poco di “coraggio” in piu’, mettendo il peso “nella curva” si va molto meglio! Parrà ovvia a tutti quelli che sanno già andare meglio del sottoscritto, ma per me è stata la rivoluzione. Beh, ora voglio davvero tornare presto a surfare! Sto persino pensando a qualche weekend estivo sullo Stelvio…a sorpresa potrebbe esserci qualche post “snow” fuori stagione!!

La giornata si conclude son un apres-ski ritardato (dopo la doccia) alla base degli

Lo sprizzettone

impianti: litri e litri di spritz (il mega bicchiere da 5 litri di spritz scolato in 5 minuti da tutta la tribe col locale già chiuso è stato epico), poi ci siamo divisi e siamo finiti al ristorante per una cena tranquilla. Ultimi drink e balli al Bivio, locale livignasco meta consueta di aperitivi e serate per la Surf Tribe, e la vacanza è praticamente finita.

Resta il tempo per un giro shopping di Pasquetta, con la macchina già carica e pronta a partire. Il viaggio verso casa procede tranquillo, senza troppe code, e con una sosta a Teglio a mangiare, forse, i piu’ buoni pizzoccheri di sempre in un ristorante il cui proprietario è anche il fondatore dell’Accademia del Pizzocchero. Innaffiamo tutto con una bottiglia di Traminer Aromatico e chiudiamo con un ottimo tiramisu. Non manca nulla, insomma, nemmeno un peso assurdo sulle palpebre per la prima ora di viaggio una volta ripartiti da Teglio. 🙂 Arriviamo a Varese stanchi ma felici. Grazie Livigno, grazie RLZ Surf Tribe, grazie Blackie, alla prossima!!

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Luoghi: Livigno-RuLeZ Days-Pasqua 2011 – Parte 1

Al solito inizio i racconti delle mie avventure con un bel ritardo rispetto al loro svolgimento, ma se da una parte pigrizia e vita di tutti i giorni mi fanno ritardare la narrazione, dall’altra mi piace lasciar depositare emozioni, sensazioni e immagini a lungo nel decanter della memoria. Quando i ricordi sono freschi parte del loro potenziale resta inespresso perché di essi resta il caos e l’esaltazione. Meglio guardare altrove, sovrapporre nuova memoria su memoria e lasciare che i ricordi riaffiorino ossigenati, come il vino assaggiato dopo qualche ora nel decanter, con tutto il loro aroma, tutta la loro fragranza.

Beh, oggi a risalirmi alla mente, e dunque alle mani, sono le meravigliose giornate di Livigno: i RuLeZ days con la RLZ Surf Tribe, Lollo e Blackie!! Cominciamo al solito dall’inizio, o poco prima. Venerdi’ 22 Aprile…bestia che giornata frenetica!! Sveglia a Milano sul presto: in studio per le 8 e mezza perché c’è un lavoro da finire…ore 12.30 di corsa in stazione con bagagli e quant’altro verso Varese. Alle 2 e mezza a casa, carico la macchina, arriva Lollo, bevo mezzo litro di caffè, saliamo a bordo e…si parte!! Si va a chiudere la stagione, a mettere 2 giorni di fila nelle gambe e nella testa con Blackie e a fare del buono e sano casino con tutta la Tribe!! Il viaggio va piuttosto bene: code poche tranne una ventina di minuti persi a Morbegno (come al solito). Arrivati dalle parti di Bormio si gira a sinistra e si sale, direzione Passo del Foscagno, quindi, Livigno! Arrivo in valle con un pensiero fisso: FAME!!!! Lanciamo le nostre 4 cose in una camera che in 5 secondi netti diventa paurosamente caotica e ci fiondiamo al ristorante, che per fortuna si trova a pochi passi dallo Zodiac, nome “astrologico” del nostro alberghetto. Cena buona e decisamente poco costosa questa del benvenuto a Livigno, con la presentazione dell’iCamp da parte di Kikko Ciapponi e degli altri maestri. Ascolto distrattamente, non faro’ il corso, mentre bevo vino a volontà!! 🙂 Si chiacchiera a cena con Teo, Giulia e Marco, e dopo un generoso e ripetuto giro di amari torniamo, leggermente sbronzi, in camera e si collassa! Il giorno dopo vengo a sapere che c’è stato del gran macello in giro per l’albergo (grandi ragazzi!!!!) ma penso che quella notte li’, anche se avessero bombardato Livigno, non me ne sarei accorto!

Sabato 23 Aprile: a questo punto…primo inconveniente della vacanza: “Lollo dai che si va! Voglio surfareeee!!” – “Ok, sono quasi pronto, metto i pant…” – “a…dove sono i panta?”… e qui segue una serie irripetibile di improperi…Lollo ha dimenticato a casa i panta, ‘sto stordito! I negozi aprono alle 9.30, col risultato che, complice il clima di sciallo che serpeggia tra tutti i non corsisti (Kikko i corsisti li mette in riga e per le 9 sono già diretti agli impianti del Carosello) ce ne rimaniamo un po’ a chiacchierare seduti al sole fuori dall’hotel per poi recuperare alla Burton un paio di panta bianchi col 40% di sconto. Nella sfiga è andata bene!

Finalmente si parte! Tra cambi, mica cambi, e ritardi del bus arriviamo sulle piste che sono le 11 pero’, la giornata è eccezionale! La neve non manca in quota e ci lanciamo subito giù lungo la prima pista, quella che torna verso Livigno lungo il versante est della montagna e che si snoda a fianco di un park fantastico, lunghissimo, che conferma ai miei occhi tutta la sua fama!! Questa pista, che ha visto poi la gran parte delle mie discese in questi giorni, è molto larga e in gran parte dalla pendenza piuttosto dolce, ma non manca di tratti un poco piu’ impegnativi che sono ideali per mettermi alla prova su pendenze un poco piu’ ripide. Fin dalla prima pista, pur essendo come mio solito molto frenato, infilo diverse curve da front a back e viceversa. Le sensazioni sono meravigliose!! Nell’ultimo mese avevo cazzeggiato un po’ complice il tanto, troppo da fare sul lavoro e fuori, ed erano passate 4 settimane da Laax…quasi quasi mi era passata la voglia di partire per Livigno, almeno fino ad una settimana dalla partenza! Beh, la carica mi era tornata già negli ultimi giorni prima di partire…ma dopo 5 minuti sulla neve livignasca mi sono ritrovato di nuovo con la scimmia saldamente attaccata al collo, a dirmi “Voglio Surfareeeeeee”!! Insomma, arrivo in fondo alla pista esaltato, dopo qualche curva particolarmente fluida da back a front e viceversa, ma… Eh già, qui c’è un MA!! Vedo poco sotto un lungo sentiero di collegamento che porta verso l’attacco degli ovetti, e che visto dall’alto pare in salita. “Vabbeh, ce la faccio!!”. Parto concentratissimo: “tavola dritta, braccio disteso dietro, gambe piegate, prendi velocità, non cadere, tavola dritta, braccio disteso dietro, gambe piegate, prendi velocità, mettiti in front, non cader….*%&**!£$*ç%…ecco, appunto!!” Primo volo di questi due giorni lungo un curvone sul sentiero di collegamento da affrontare in velocità e, per me che sono regular, in frontside, attraverso solchi insidiosi di sci e tavole passati/e prima di me. Andar dritto e veloce è sempre il mio limite: son finito in controlamina e poi…FACCIATA NELLA NEVE!! 🙂 Tra improperi di ogni genere mi preparo ai prossimi 300 metri di collegamento che dovro’ fare a piedi, penso, e invece NO!!!! Si tratta in effetti di un falso piano che docile scende fino alla fine del sentiero con un secondo curvone in heelside, per poi allargarsi e stringersi un paio di volte fino all’attacco degli ovetti! Buona, le prossime volte me la prendero’ comoda ed evitero’ di volare (le ultime parole famose, ma ci arriveremo dopo)…tanto se pure mi fermo la tavola riparte, un po’ di pendenza c’è, e s’arriva comodamente in fondo!

Cabinovia, 5 minuti di relax, e siamo di nuovo al Carosello. Di nuovo questa pista tanto per scaldarci per bene, e questa volta va tutto per il meglio: sempre piu’ esaltato!! Risalita e becchiamo gli altri, che nel frattempo avevamo perso. Li seguiamo e proviamo con loro a scendere dall’altra parte, sul versante Ovest della montagna. La neve è molto piu’ compatta di qua ed essendo quasi mezzogiorno di un giorno di fine Aprile va piu’ che bene: il primo pezzo fantastico! Appena passati sotto alla seggiovia che torna in vetta si imbocca una pista molto larga, sempre in pendenza ma con un continuo sali-scendi. Davanti a me Lollo se la scende provando qualche 180, Loris trickeggia sui saltini a lato pista mentre più giù, sempre in sciallo, se la scendono Reds e Giorgino! Pista praticamente vuota e chiazze di colore (ovvero gli altri pazzi), sole, caldo, neve fantastica e gente che si diverte!! AAAHHH che figata! Finito questo primo pezzo, deserto e meraviglioso, la pista si connette ad un’altra pista che scende da Sud, e che poco più in basso arriva alla base della seggiovia. Qui una fastidiosa pendenza trasversale mi blocca un po’, devo dire, perché non mi trovo a mio agio tanto che finisco per fare solo qualche curva e farmi tutto il pezzo rimanente in heelside. Risalita, un altro paio di piste di qua, ma mi trovo meglio sull’altro versante…e poi è arrivato il PAPPA TIME! 🙂

Trancio di pizza e birra al volo al Carosello, “cambio d’acqua”, caffè e si riparte!! La neve ora è parecchio molle, ma questo ha almeno un paio di vantaggi: la pista è deserta e ci sono un sacco di saltini che permettono a Lollo e Loris di trickeggiare alla grande, mentre io oso sempre di più, forse perché la neve, alla fine, mi sembra quasi più facile, come quella di inizio stagione, seppure diversa. Diverse piste ancora e non voglio fermarmi. Ogni curva fa crescere la mia confidenza con Blackie, e sento che partiro’ da Livigno esaltato come non mai.

Per ora mi fermo, siamo a metà dei RuLeZ Days ma già ho avuto le mie prime soddisfazioni!! A presto per la seconda parte ovvero: BELLLAAAAAAAAAAA!! 😉

STAY TUNEEEEDDDDD!!!!

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Luoghi: Laax

Laax, il paradiso del freestyle...

Arieccoce!! A tre giorni di distanza eccovi le imprese dell’ultima giornata con Blackie, a Laax! Al solito la prendo larga: la storia di questa giornata inizia quasi due settimane prima. Sull’onda dell’entusiasmo seguito alla meravigliosa giornata di Chiesa Valmalenco decido di tornare a surfarmela con Blackie e tutta la RLZ Surf Tribe al piu’ presto, e con aspettative altissime: mi hanno sempre parlato bene di questo paesino incastrato nelle Alpi grigionesi, e soprattutto conosco la fama delle sue piste, inserite in un comprensorio che, oltre a Laax, raggiunge anche Flims, paesino confinante dove scende l’altro versante di quest’ampia e rinomata stazione sciistica. Insomma, mi aspetto che la giornata mi sappia regalare emozioni al livello, se non superiori, a quelle di Chiesa. Complice la voglia di non perdere i posti sull’RLZBus, che di solito vanno a ruba, il 3 Marzo, a 10 giorni dalla surfata, mi arriva la ricevuta di Paypal: PRESENTE!!

Da quel giorno inizio a gasarmi: controllo le previsioni meteo ogni due ore circa, mi studio i tracciati delle piste e mi guardo una lunga serie di video girati in zona; molti di questi video, tralaltro, sono girati in un luogo esclusivo per i Board Sports, ovvero la Freestyle Academy, un neonato skate park indoor, unico in europa, che, guarda caso, ha scelto proprio Laax come casa propria! Si’, lo so, state pensando che sono malato…ma è troppo bello caricarmi a molla e fantasticare per giorni!! Non piace anche a voi, nel grigiore dell’ufficio, lasciar andare la testa tra bianchissime distese di powder o su alti kicker, immaginandovi protagonisti di acrobazie che, soprattutto se siete niubbi come il sottoscritto, sono di MOOOLTO al di là delle vostre possibilità?? Sono sicuro di si’!! 😉

Beh, questo è il morale con cui, insieme a Lollo, nuovo tesserato RLZ e compagno di surfate, parto da casa mia verso la solita piazza Mercato. Macchie di colore, qualche faccia sconvolta da una serata finita poche ore (minuti??) prima…si’, sono decisamente loro!! Il morale, tralaltro, resiste stoicamente nonostante una pioggia battente si accanisca su un branco di pazzi vestiti da snow a Varese!! Ma poco importa…3h di viaggio o poco meno e saremo a Laax, decisamente piu’ in tono col posto!!! Poco sonno a sto giro, e tante ciaccole (chiacchiere, ndr) con Lollo, curioso di vedere le piste, ma soprattutto di testare la nuova tavola, una Forum presa da Zoopy un mesetto fa e non ancora collaudata!!

L’arrivo al paesino è annunciato da Vinc con qualcosa tipo: “Beh ragazzi…mi dicono che c’è un sacco di neve (risatina)…un sole della madonna (risate diffuse)…e poco poco vento (risate, con un velo di preoccupazione)”…mi perdonerete l’espressione colorita…ma, colta l’ironia, penso altrettanto ironicamente “Che culo!!”. D’altra parte noi siamo riders, e ricordando le sagge parole di James Douglas “Jim” Morrison, che con i Doors cantava “riders on the storm” in quel capolavoro del ’71, nessuno si lascia intimorire dalle funeste notizie…siamo tutti determinati a spaccare, neve o non neve, vento o non vento, sole o non sole!! Tutti giu’ dal pullman, boots ai piedi, tavole in spalla e via che si va!! La stradaIl Rocks Resort di Laax per la base degli impianti si snoda in mezzo ad un albergo, distribuito in 3 edifici tutti rivestiti in pietra, con grandi finestre di dimensioni diverse tra loro . Un complesso affascinante che forma, nello spazio intercluso, una sorta di piazzetta: si tratta del Rocks Resort, complesso alberghiero di lusso progettato dallo studio Domenig. Molto, molto figo! (ok, fine digressione architettonica)

Finalmente si sale. Neve se ne vede davvero poca, ma sulle piste è stata abbondantemente sparata. La pista di rientro arriva a valle nella forma di una lingua di neve circondata da alberi e terra brulla, ma poco oltre, appena un poco piu’ in alto, il paesaggio comincia ad assomigliare di piu’ a quello cui siamo abituati: una pista impegnativa scende ripida verso la base degli impianti mentre si iniziano a vedere un po’ di skiers e riders che si divertono: tra gli altri un tipo scende saltellando su una specie di tavola con sellino e manubrio che sembra mooolto divertente: prima o poi la provero’!!

Arrivati in cima alla cabinovia c’è un breve sentiero di collegamento fino all’attacco della seggiovia che raggiunge il Crap Sogn Gion. Qui perdo il grosso degli altri: mi fermo un momento ad aspettare un amico che ha qualche problema a chiudere gli attacchi troppo stretti e ci ritroviamo indietro. “Dai, poco importa, scegliamo una pista a caso?” – “No, beh, visto che da questa parte non si sta in piedi dal vento che c’è, scenderei dall’altra parte!!” – “OK!!”, scelta oculatissima in realtà, ma questo lo capiremo solo piu’ tardi…

Da qui parte una pista di media lunghezza, rossa, che si chiude al Plaun, vasto pianoro alla confluenza di due valli. La percorro con una certa difficoltà: la neve mi pare un po’ “molla” ed è piena di cunette. Penso: “è che devo abituarmi, riprendere la mano” pero’ come prima pista rimango un po’ deluso. Effettivamente c’è una luce che pregiudica in parte la visbilità, tira vento e la neve è veramente un po’ rovinata: è poca in primis, e sembra poco battuta, forse proprio a causa della sua scarsezza. Torniamo in cima e, sempre causa vento, scendiamo nuovamente dalla stessa pista, decisi a salire sull’altro versante, verso Flims. Forse di là la neve sarà meglio!! 🙂 La seconda discesa in effetti va molto meglio, un pochino dovevo davvero prendere la mano, pero’ è sempre insoddisfacente nel complesso, voglio provare altro!

Una cabinovia sale al Plaun direttamente da Flims, e nello stesso edificio scambia su un secondo impianto che, a sua volta, dopo una prima stazione intermedia, sale al Nagens, 2127m di quota. All’uscita le piste intorno sembrano tutta un’altra cosa!! In effetti la prima discesa su quest’altro versante è assai piu’ soddisfacente: la neve pare migliore e la pista non è niente male!! Finalmente!! L’altro lato della medaglia è il vento, che qui è piu’ sostenuto, ma comunque sopportabile. Comincio a capire il perchè della nomea di questo comprensorio: e’ davvero molto vasto e quando provo ad immaginarmelo in una bella giornata le immagini del posto che risultano dalla mia fantasia sono decisamente convincenti. Un paio di piste di fila qui mi restituiscono quel che la discesa al Plaun mi aveva tolto, mi diverto, faccio persino qualche saltino su un paio di cunette!! BELLA!!!

Bene, sempre piu’ in alto è il pensiero fisso che mi gira per la testa!! Dopo un paio di piste avanti e indietro si cambia di nuovo, ed una seggiovia ci porta ai 2420m del Mutta Rodunda. Sedili riscaldati e schermo protettivo, una risalita in pieno comfort fino in cima: scendiamo, passiamo dietro al casotto d’uscita e…PORC!!! Qui c’è vento, anzi, c’è VENTO!!! Un incubo: la discesa successiva è un incubo, puro e semplice! Io non riesco nemmeno a stare in piedi, e intorno a me, anche i piu’ abili, fanno una gran fatica. Non possiamo nemmeno riposarci perchè a star seduti la neve alzata dal vento sulla pista ti arriva in faccia, mentre a stare in piedi ti senti letteralmente portato via! Vabbeh, ce la caviamo in qualche modo fino al Nagens, poi decideremo il da farsi!

Optiamo per un altro paio di piste nella parte piu’ bassa del comprensorio, e poi scendiamo fino al Plaun per risalire nuovamente di là, verso il punto di partenza della nostra giornata. Sarà da qui che si scenderà a valle dopo, ed è qui che ci aspettiamo di trovare gli altri. In effetti i migliori riders della combriccola, a parte quando se ne partono per qualche freeride, sono facili da trovare come un orso se c’è del miele in giro: orso sta a miele come Pazzi di RLZ stanno a PARK!!! Già, park, e qui ce ne sono tre, tutti

L'area del park, coi suoi maledetti skilift!

radunati intorno al Crap Sogn Gion: ci sono due half pipe diversi kicker anche molto alti, e in generale, tra rail e boxes, tutti gli ingredienti necessari per creare un vero paradiso del freestyler!! I park sono a tre diversi gradi di difficoltà, tutti e tre completi anche se ognuno al suo livello, spettacolari!!

Arrivati in cima decidiamo di farci una pista dall’altra parte, dove prima tirava troppo vento, ora un po’ piu’ debole. Madornale errore!!! La pista è molto bella in effetti: scende immensamente larga per 5-10 minuti, poi, secondo i nostri calcoli, dovrebbe continuare morbida, tra i boschi, fino ad una seggiovia: l’obiettivo è evitare le numerose ancorette che popolano questa parte di comprensorio visto che sullo skilift soffro sempre un po’. Arrivati a metà, il resto della pista è chiusa per assenza di neve, e l’unica risalita disponibile è un infinito skilift ad ancora! CHE FATICAAAAAAAA!! Arrivo in cima al secondo tentativo, dopo una caduta abbastanza comica in un tratto pressochè verticale, sconvolto, mentre, disseminate lungo il percorso, vedo diverse persone, soprattutto niubbi, che abbandonano il campo inerpicandosi in lunghissime camminate fino alla prima pista che conduca ad un altro impianto di risalita, ovviamente non uno skilift… 🙂

Qui, praticamente, si conclude la giornata. Tornati al Crap Sogn Gion entriamo al ristorante: faccio compagnia a Lollo mentre mangia e me la chiacchiero un po’ con i ragazzi di RLZ, tutti insieme, e tutti radunati nella zona centrale del ristorante. Usciti ci facciamo l’ultima pista, per poi scendere in funivia fino alla base. Giudizio complessivo? Non saprei, se dovessi giudicare la giornata in sè e per sè dovrei dire che non è andata bene. Neve molla, troppo vento, e le piste sembravano talmente messe male che il giudizio non poteva essere che negativo. Pero’ credo di avere intuito il potenziale di questo gioiellino, e poi ho messo qualche altra ora di snow nel mio bagaglio d’esperienza!! Aspetto di tornarci in giornate migliori!! Nel frattempo, cari riders e readers (lettori, ndr), ci vediamo la prossima volta!! STAY TUNEDDDDDDD!!!!

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Luoghi: Cervinia…ovvero la mia tragicomica prima volta sullo snow…

Il meraviglioso Matterhorn, il Cervino

Bentornati,

 

continua la serie piu’ prolifica del blog, ovvero la serie “luoghi”, con un post tutto da ridere, o quasi :). A Cervinia, come vi ho raccontato in passato, è iniziata la mia avventura sulla tavola e ad essa ho legato dei ricordi e delle esperienze anche positive, ma prevalentemente negative, almeno per come l’ho vissuta li’. La porzione di piste e impianti che ho percorso, minima, la nebbia e soprattutto il discorso “piattoni” potrebbero influenzare negativamente il mio racconto, e quindi prendetela come una storia, piu’ che come una recensione!

Siamo a Novembre, a inizio stagione. Parto alla volta di Cervinia alle 6 del mattino, dopo una serata decisamente impegnativa con amici: il compleanno di due di loro, finito verso le 3!! Due ore di sonno e la sveglia…AAARRRGGGHHH!! Non avevo ancora Blackie, nè nulla dell’attrezzatura. Ho recuperato un paio di pantaloni da sci, probabilmente vecchi di trent’anni, a casa, e mi son fatto prestare un’ottima giacca. Mi faccio prestare la tavola del fratello di una mia amica, un poco piu’ lunga della mia misura, ed affitto i boots. Avevo comprato giusto i guanti della Burton, che pero’ non bastano certamente a compensare le carenze del resto dell’attrezzatura: i panta sono troppo larghi e non hanno le bretelle, ho messo una felpa piu’ un pile sotto alla giacca, ma stupidamente li ho tenuti fuori dalla tuta…i risultati a fine giornata sono riassumibili nell’intero viaggio di ritorno coi vestiti bagnati fradici e una bella influenza a seguire…

Ma torniamo all’inizio. Io per la prima volta in montagna in giornata col pullman, scendo dal bus leggermente stordito: tutti, coloratissimi, intorno a me si cambiano e con un bus navetta saliamo all’attacco della funivia. Stazione intermedia, noleggio i boots e via!!! Sono carichissimo, impaziente di cominciare a mettere a frutto i due mesi di preparazione atletica e allenamento all’equilibrio fatto sull’IndoBoard: mi aspetto di partire alla grande!! Seconda funivia fino al Plateu Rosa, e mentre sorrido immaginandomi già abilissimo rider sulla neve (tranquilli, potete anche ridere di gusto!!!) penso che i fasti di un tempo di Cervinia si notano: ad ogni stazione non si trova il classico casotto fatto solo per entrare e uscire, ma dei centri commerciali in miniatura, con negozi per il noleggio e l’acquisto dell’attrezzatura, ristoranti e bar. Arrivato in vetta esco, con l’idea di non perdere gli altri. Mi siedo nella neve, chiudo un attacco, chiudo il secondo, mi alzo a fatica e…ho perso gli altri, ovviamente. E’ la prima volta che metto la tavola e sono lento…e come se non bastasse c’è nebbia.

Vabbeh, partiamo: 10 metri e, ovviamente, FACCIATA NELLA NEVE! Con un po’ di impegno i metri percorsi di fila aumentano…”prova qualche curva”, mi dice la Vale. “OCCHEI”, faccio io. Penso “mo’ ci provo! DAI!!!”……….FACCIATA NELLA NEVE!!!!!

<<<diverse FACCIATE dopo>>>

“Adesso ci devo riuscire!!! EVVAAAIIIIII”. Infilo la prima curva da back a front, e mi sento eroico come un soldato in prima fila! Buono dai, i primi dieci minuti, salvo l’inconveniente di aver perso gli altri, sono andati bene! Sentire la tavola che cambia lamina e ritrovarmi col busto a monte mi sembra la piu’ grande delle conquiste, e forse è qui che ho deciso veramente che volevo, anzi pretendevo di imparare a surfarmela!!

“Marco, guarda che qui devi cercare di prendere un po’ di velocità, perchè c’è un piattone qua sotto, e se non ti lasci andare rischi di fermarti!!” – “OK!!”….ecco, appunto, OK! Se non che appena prendo velocità la tavola fa quel che vuole, mi sbilancio e…indovinate? FACCIATA NELLA NEVE!! Faccio altri 20m arrancando per cercare di non dover togliere la tavola ma è inutile…via un attacco, via l’altro, e via a piedi! Arrivo in fondo al piattone, la mia amica, mi incita, comprensibilmente annoiata, chiudo gli attacchi con una lentezza leggermente “meno lenta” e si riparte: “spero che i piattoni, per oggi, siano finiti!!”.

“Cervinia è PIENA di piattoni, e finchè non avro’ imparato ad andarci BENE in tavola a Cervinia non mettero’ piu’ piede”

Questo è il pensiero che mi assilla nella mezzora che segue. Riparto, altri 5 minuti di pista e si torna ad andare. Qua e la qualche curva riesce, anche se la maschera, facciata dopo facciata, è diventata una sorta di muro insondabile, quindi la tengo alzata. Da qui fino al momento in cui ho visto degli impianti di risalita attraverso ancora diversi piattoni. In uno di questi un maestro di sci clemente mi tende la racchetta e mi traina con entrambi gli attacchi chiusi fino al prossimo pendio, ma tutti gli altri me li faccio a piedi, affondando nella neve, e con un crescente senso di frustrazione.

Finalmente arrivo in fondo, ci sono gli impianti, potro’ rilassarmi qualche minuto in seggiovia!! Passiamo lo skipass, niente. Lo ripassiamo, niente. Chiedo, e un tipo tutt’altro che gentile e tutt’altro che italiano mi spiega che siamo sul versante svizzero, e il nostro skipass vale solo su quello italiano. “Prentere funifia per risalita, e ta cima scendere ferso fersante italianen tenento sempre sinistra!”, ci esorta il burbero elvetico!! Costo della sola risalita con la funivia: 20 euro a testa!! F**K!!!! Arriviamo in cima e iniziamo a scendere, tutti e due con un diavolo per capello: “dannata nebbia che ci ha fatto sbagliare, dannato me imbranato che ho perso gli altri, dannati svizzeri che fan pagare cosi’ tanto la risalita, dannata tutta Cervinia strapiena di piattoni e dannate la felpa, il pile, la maglietta e tutto quello che ho indosso fino alle mutande perchè è tutto bagnato, ed ora che mi son fermato per un po’ è tutto maledettamente freddo!!”.

Scendo senza impegnarmi in un tratto un po’ ripido, facendomelo tutto in back e scendendo “a foglia morta”, senza mai passare al front. Ancora un paio di piattoni forse, ma in una mezzora siamo di nuovo sul versante italiano, al Plain Maison…che suona tanto come “casa”. Sono passate due ore dall’inizio ma io sono esausto, e ho passato piu’ tempo a camminare che a sciare. In piu’ la giacca, di fuori, è perfettamente asciutta, ma sotto al primo strato, complici le sudate per arrivare in fondo ai piattoni e la neve infilatasi sotto la giacca nelle innumerevoli cadute, c’è il clima ideale per coccodrilli, rane ed animali anfibi in genere. In altre parole sono bagnato fino al midollo e ho soprattutto bisogno di asciugarmi…trovo un bagno con degli asciuga mani ad aria. Fa piuttosto caldo, quindi mi levo tutto il sopra e dalla maglietta alla felpa in 20 minuti asciugo tutto, anche se parzialmente. “Ripartiamo?”, “Vai tu se vuoi…io ora voglio bermi qualcosa di caldo!!”, “Ok, resto, da sola sulle piste, con la nebbia, no!”. Con la Vale ci sediamo…thè e panini portati da casa e cerco di tirare qualche somma: “beh, ho deciso che lo snow FA PER ME, l’ho pensato 10 minuti dopo aver messo la tavola ai piedi nonostante le numerose FACCIATE, e se lo penso tuttora, dopo l’incredibile intreccio di sfighe che ho avuto, vuol dire che probabilmente ci credo veramente!! La giornata di oggi? Beh, me l’avevano detto che il primo giorno era durissimo! Poi mettici la nebbia….poi mettici i piattoni….poi mettici la sfiga…è normale che mi sembri un disastro completo! Sono i piattoni che mi hanno rovinato!! Tutta colpa loro!! Maledetta Cervinia, ma non l’avrai vinta tu!! Cara mia tavola, ti domero’, prima o poi!!”.

La giornata si chiude dopo un’ultima pista servita da una seggiovia che parte dal Plain Maison, in fondo alla quale non ne ho davvero piu’: stretching, prendo fiato, e si va a prendere la funivia. Torniamo al pullman, per due ore e mezza di viaggio fino a casa. Appena prima di partire tutti giu’, per la prima di molte foto di gruppo con la RLZ Surf Tribe, che non avevo nemmeno cominciato a conoscere, e il ritorno a casa, esausto con il misto di sentimenti che vi ho descritto qua sopra.

Tutti giusti e comprensibili, ma quello su Cervinia…ecco, su Cervinia penso proprio, e pure spero tanto, di essermi sbagliato. Cervinia in realtà non è SOLO piattoni! Ce ne sono, ma si tratta comunque di un comprensorio vastissimo, e non voglio credere che quel posto cosi’ blasonato abbia conquistato la sua nomea solo grazie alla moda, e non grazie alla qualità delle sue piste. Sono cresciuto con il racconto poetico, quasi epico, delle imprese sul “Ventina” la pista di 11km che dal Plateu Rosa scende fino a Cervinia. Sono cresciuto con l’immaginario di quegli sciatori temerari degli anni ’70 e ’80, tra cui mio padre e il mio “fratellone” Andrea, miei “iniziatori” agli sport invernali, che affrontavano piste strette e piene di alberi con ai piedi due tocchi di legno (ovvero gli sci dell’epoca, soprattutto se confrontati con tavole e sci di oggi) a velocità assurde! Cervinia era proprio il centro di quelle imprese, forse il luogo piu’ rinomato d’Italia, deve per forza avere tuttora del profondo fascino!!

Infine, credo molto nel mio gruppo di pazzi, la RLZ Surf Tribe, che a Cervinia ha scelto di piantare una tenda, la House, che prima o poi passero’ a visitare di sicuro!! Per cui, cari miei, prendete questo post come l’avventura tragicomica che mi ha messo sulla strada dello snow, e ghignatevela un po’ alla mia salute leggendo di facciate nella neve, camminate nei piattoni e risalite costosissime su indicazioni di burberi elvetici! Spero, presto, di potermela godere da cima a fondo, questa Cervinia, insieme a voi…e di poter ridere insieme di come questa fantastica avventura dello snow, che come sapete continua sempre meglio, è cominciata!!

Ciaoooo!

M.

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Luoghi: Chiesa Valmalenco

Ma ciao!! Lo so lo so, sono stato molto pigro ultimamente, perlomeno per quanto riguarda la scrittura! Non altrettanto per quanto riguarda lo snow!! Due settimane fa sono stato a Chiesa Valmalenco, e come avrete intuito ve ne parlero’ in questo post…il prossimo weekend andro’ a vedere Laax e tra due settimane saro’ ancora sulle piste, destinazione Pila!! Insomma, ci si da un gran da fare!!

Ma torniamo a Chiesa Valmalenco…o meglio, prendiamola con calma, torniamo proprio a Varese, alle 5 e 30 di mattina. BIIIPPP, porc*&%!*??*…sveglia dopo quattro ore di sonno, palpebre saldate tra loro, calzamaglia, calzettoni, maglietta, pile, pants, jacket e Blackie e via, verso il parcheggio di Piazza Repubblica. Il pullman parte alle 6, carico di svitati avvitati ad una tavola, ovvero la RLZ Surf Tribe, verso Chiesa.

Collasso dopo circa un minuto di viaggio e mi sveglio in mezzo alla Valtellina, poco prima di Sondrio. BELLA, penso, ho dormito altre due ore e mezza, mancherà mezzora di viaggio e non mi sono manco accorto del tempo che passava. La strada schiva il capoluogo piu’ alto della Lombardia e si inerpica sul versante sinistro della valle. Si passa a fianco di alcune residenze meravigliose, tutte realizzate in pietra con uno stile contemporaneo ed una vista incredibile sulla valle e sull’abitato di Sondrio, SBAV!! (hemm…perdonatemi la digressione, sono sempre architetto!) Ad ogni modo, tornante dopo tornante, si arriva in meno di tre ore al parcheggio alla base degli impianti: aria frizzante, solito carnevale di colori intorno a me, gente tutt’intorno che mette scarponi e va verso la funivia con sci e tavole…c’è tutto…manca solo…LA NEVE!!! ARGHHH, ma dove c**** si scia qui??

Beh, vedro’ di avere fiducia. Salgo qualche gradino fino al piano di partenza, aspetto un momento e arriva il nostro turno. Si sale in una grande cabina, che stipata a dovere porta verso le piste circa 200 persone in 10 minuti. I vetri bruniti e la massa di gente bloccano la visuale, ma arrivati in cima, eccola qua la neve! Non era un pacco, le piste ci sono davvero, e nonostante le previsioni avverse pare si stia preparando una giornata meravigliosa! Secondo BELLA della giornata!! Chiudo gli attacchi e si va, feeling con la neve subito grandioso, e si scende in un breve tratto di collegamento… c’è un largo spiazzo dove arrivano un paio di seggiovie, entrambe dallo stesso versante.

Una delle due si ferma un po’ piu’ in alto: è quella del park. Già, perché qui a Chiesa c’è un park piccolo ma che due domeniche fa, proprio quando ero li’ io, ha ospitato un contest Slopestyle di tutto rispetto, e che a detta di tutti i presenti non ha nulla da invidiare a park ben piu’ blasonati.

Ma torniamo alle piste, che sono quelle su cui ho vissuto una giornata meravigliosa. Quella che affianca il park è una pista molto lunga, che alterna tratti di azzurra e tratti di rossa, complessivamente abbastanza facile. La mattina è aperta solo la prima metà della pista, servita dalla stazione intermedia della seggiovia che copre l’intero percorso, perché nell’altra metà si fa una gara di sci. Ok dai, un paio di piste di riscaldamento su questa vanno piu’ che bene, poi si cambia! Un’altra seggiovia conduce in quota e di qui mi viene indicato da Lele il lago artificiale Palu’, con una diga imponente che si staglia sul versante opposto a quello in cui mi trovo adesso. Il paesaggio è tra quelli cui sono affezionato: sono le alpi valtellinesi che, fin da bambino, hanno visto le mie imprese di montagna, a piedi d’estate e sugli sci d’inverno.

Lele, Lorena, Enzo e tutti gli altri partono al loro ritmo, per un po’ gli sto dietro ma da un lato sono ancora un po’ troppo capra, e dall’altro mi voglio godere sia il paesaggio che la neve meravigliosa che questa giornata mi sta regalando: iniziano un paio d’ore memorabili in cui mi faccio la pista avanti e indietro diverse volte. E’ bellissima, la neve perfetta, c’è buona visibilità e me la scendo sempre meglio…le gambe sono morbide sullo snow, mi sto divertendo immensamente! E qui penso che forse dovro’ rivedere al ribasso alcune delle mie passate recensioni: mi sono innamorato di questa perla valtellinese, ha piste di grande difficoltà, cosi’ come piste semplici e intermedie, quelle adatte al sottoscritto, e quasi sempre alternative tra loro. Il paesaggio non compete secondo il mio gusto con quello del Trentino, ma resta tra i miei preferiti! Qui non scatta il terzo BELLA della giornata, scatta l’emozione pura, la soddisfazione di sentire le lamine tagliare la neve proprio dove voglio io, e quell’emozione simile al volo che lo snow, libero come ti lascia, è in grado di donarti! L’intesa con Blackie è profonda e continuo per quattro ore filate, fino all’una, a scendermela. Poi faccio una pausa di un’oretta, il tempo di bermi una Monster e guardarmi un po’ di Slopestyle al park e via, almeno un altro paio di piste, che diventano 6 o 7!! Questa è l’ultima, ma arrivato in cima riprendo! Altre due ore nel pomeriggio, e stacco lo snow dai piedi con un velo di rimpianto. Quattro chiacchiere, un gatto delle nevi che ci carica su una sorta di grande “slittone” riportandoci alla partenza della funivia che ci riporterà al pullman…e la testa è già alla prossima uscita! Ragazzi, andateci, tornateci, godetevela, surfatevela in pista, saltate nel park ma facciamo vivere questa perla valtellinese!! La consiglio a tutti, di cuore!! A prestissimo, per le recensioni di Laax e di Pila…e tra un po’, spero con in mezzo altre recensioni ancora, quella dei tre giorni di Livigno!!!! Ciaooooo, e stay tuned on L.I.B.!!!

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Luoghi: Alpe Devero

A fine giornata...faccia sconvolta, ma soddisfatta!!

Ciao a tutti dal sottoscritto e da Blackie!! Vi scrivo dopo una domenica passata, ancora una volta, sulle piste: da Varese, partenza alle 6.45 in macchina con i miei due fratelli, direzione Domodossola. In un’ora e un quarto raggiungiamo la città piemontese, e qui, dispersi, azz… Dopo un paio di peripezie riprendiamo la superstrada fino a Crodo, per poi salire verso Baceno. Ancora pochi chilometri tra tornanti, gallerie strettissime e sconnesse e ghiaccio sui saltelli di torrenti che scendono qua e là dalla montagna, e ci ritroveremo all’imbocco del paese, dopo 2 ore e un quarto di viaggio. Qui dovremo abbandonare la macchina, fuori dal centro abitato, perchè l’Alpe Devero, tanto in inverno quanto in estate è chiusa al traffico!

Superato un primo gruppo di case l’aria cambia, e si entra nella grande vallata che accoglie il paese: un vero gioiello nelle Alpi Lepontine, caratterizzato da una vasta spianata in cui confluiscono le valli che scendono dalle cime circostanti, ed è verso una di queste cime, il Monte Cazzola, che si sviluppa il comprensorio sciistico dell’Alpe. Una seggiovia, due skilift e un tapis roulant danno accesso a 6 piste, un fuoripista meraviglioso, che potete gustare in questo video, e ad un campo scuola.

Arrivati alla base degli impianti, presso un piccolo casotto in legno, potremo pagare lo skipass: 25 euro è la cifra giornaliera, cui, se è la prima volta che andate, dovrete aggiungere due euro di cauzione per la tessera magnetica ricaricabile, che varrà successivamente in tutti i comprensori del piemonte. L’atmosfera è fantastica, c’è un sole meraviglioso e non vedo l’ora di buttarmi sulle piste.

Prima risalita, nel giro di 7-8 minuti mi ritrovo in cima alla seggiovia, in un piccolo altopiano da cui parte uno skilift che, insieme ad un secondo poco sopra, conduce fino al monte Cazzola. Di qui, fino alla base degli impianti, si potranno seguire alcune piste che, concantenate e variamente combinate, formano un tracciato di 5km e mezzo.

Ora, vi ricordate che un mesetto fa avevo annunciato: “skilift: mastered”? Ecco, vero, ma c’è un “SE”, da scrivere a caratteri cubitali. A pochi metri dalla partenza del primo skilift una parte in lieve discesa, posta su una lingua di neve spostata per riempire un piccolo avvallamento mi ha messo in difficoltà: alla base di tale discesa, prima del nuovo attacco della pendenza, ci si ferma completamente, con l’asta del piattello in posizione pressochè verticale che ci sbilancia indietro; inoltre una pendenza trasversale al tracciato ci porta verso il lato, dove il tracciato si interrompe bruscamente. Su cinque tentativi uno solo va in porto, il terzo. Al quarto tentativo fallite, visto che la neve nella parte alta del tracciato, meno ombreggiata, è paradossalmente piu’ sciolta di quella che si trova nella parte bassa, decido di restare sulla seggiovia, e di concentrarmi sulla parte bassa del comprensorio, piu’ impegnativa, ma comunque divertente. Della parte alta del comprensorio mi sono fatto un’idea sommaria nell’unica visita che ne ho fatto: una pista divertente, abbastanza veloce, che verso il fondo ospita pure un piccolo park, con un paio di kicker, qualche box e qualche rail. Sono dunque il park e il meraviglioso fuoripista Misanco a costituire per freestylers e freeriders le principali attrattive di questa parte del comprensorio, specie in giornate non particolarmente calde come quella di domenica.

Nella parte bassa, superata la stazione d’arrivo della seggiovia, il tracciato si divide in tre: una prima pista, quella piu’ a sinistra, offre qualche minuto da sogno per gli sciatori. Larga e abbastanza pendente, ma non troppo, si snoda tra i boschi all’ombra. Bellissima anche sulla tavola, ma verso il fondo è necessario prendere velocità per superare un dosso. Il risultato? Ovvio! Tavola in spalle e 100m a piedi…argh!! Da questo punto di vista è meglio il tracciato che si trova sulla destra: pendenza piu’ costante, senza piattoni. Questo secondo tracciato, poco sotto, si sdoppia a sua volta: sulla sinistra una pista più convenzionale, nella quale, a metà discesa confluisce la pista di prima, alla fine del piattone. Sulla desta invece ci si infila in un canalone: bellissima pendenza e sponde alte, una sensazione meravigliosa sotto la tavola, e allora lasciamola scivolare Blackie!! Di qui si arriva fino a fondo valle, e per i piu’ temerari ci sarà pure un muro molto ripido, che condurrà fino alla base della seggiovia.

Tutto bello, pero’ a metà della discesa…BOOOOMMMM!! E’ qui che mi son preso la prima “presa male” con la tavola. Al solito dal front non ho tenuto bene la lamina, e son volato con la schiena verso valle, sbattendo la testa. Devo ringraziare la Briko, casa italiana di abbigliamento e protezioni bike e snow di cui presto vi parlerò, che ha prodotto il casco che indossavo. Dopo l’impatto ho avuto qualche minuto di forte stordimento, e per un’oretta ho avuto strizza, tanto che ho accolto molto volentieri l’arrivo della pausa pranzo!

A proposito di pranzo: se vi capiterà di voler visitare d’inverno questa perla di montagna, peraltro fantastica anche d’estate, arrivati in fondo alla pista prendete la via che conduce al paese, e, superato un ponticello che vi troverete sulla sinistra, infilatevi tra le due case in legno e pietra sulla destra. Troverete un piccolissimo ristorantino, accessibile tramite una lunga balconata, dove con 15 euro godrete di polenta e salsiccia, accompagnata da un’ottima fagiolata e ampiamente innaffiata da vino casereccio. Non mancheranno pane a volontà, acqua e dolce, e potrete ben dirvi soddisfatti!!

Ma tornando alla tavola, arrivato in fondo al pasto ero preoccupato. Le discese dopo il volo erano state deludenti perché non osavo come prima, per paura di farmi male. Torno in cima con l’idea di farmi un paio di piste e tornare a casa sul presto ma…ho iniziato a divertirmi!! Il pomeriggio è stato meraviglioso!! Ho ritrovato fiducia e sicurezza e sono arrivato in fondo all’ultima pista galvanizzato!!

Il comprensorio è piccolo, come ho detto fin dall’inizio, ma la dimensione è inversamente proporzionale alla frequentazione, che è di livello: buoni sciatori e ottimi rider si dividono tra piste, fuoripista e park, e mi sono ritrovato ad essere in mezzo a gente di livello molto piu’ alto di quanto mi aspettassi. Insomma, se sapete accontentarvi di poche piste o vi piace surfare in mezzo a tanta bella powder e strapazzarvi nel park, questo comprensorio, pur certamente di poche pretese, saprà darvi soddisfazione.

Beh, ragazzi, ottima giornata! Il prossimo weekend nulla, ma tra due settimane mi aspetta Chiesa Valmalenco, e poi sto mettendo le basi per 3 giorni pasquali a “casa” del piu’ rinomato park d’Italia, a Livigno, in entrambi i casi con i pazzi della RLZ Surf Tribe, che già conoscete un pochino, e che presto conoscerete meglio!! Ci sentiamo nei prossimi giorni, e STAY TUNED!!

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Shop(S): Morgan Air (MI)

Ciao a tutti!

Oggi puntata domenicale per Less is Board, e per l’occasione apro una nuova rubrica, alla quale pensavo da diverso tempo. Si parla di Shop(S). I negozi del nord/ovest della Lombardia (Milano, Varese, Como e Lecco) e gli shop online che via via mi capiterà di visitare, con una descrizione nel senso più ampio del termine: disposizione del negozio, stile e personale inserviente. Quando poi avrò un campionario abbastanza ampio inizierò anche a fare qualche confronto tra negozi, a livello di qualità complessiva, di servizio e di prezzi. Oggi si comincia con Morgan Air.

Morgan Air è una vera e propria istituzione per i riders lombardi. Nasce a Eupilio, provincia di Como, nei pressi del lago di Pusiano. Fino a qualche anno fa si trattava di una grande stanza, ricolma di scaffali metallici, dove veniva esposta la merce, frequentemente venduta a prezzi da outlet. A questa prima fase è seguita l’apertura di uno shop a Milano, la ristrutturazione in negozio vero e proprio dello shop di Eupilio e, molto più recentemente, l’apertura di uno shop online, per ora in versione beta. Caratteristica di questo negozio è di essere un Board shop a tutto tondo e visitando il sito del negozio appare subito evidente che l’offerta è ampia e rivolta a tutte le discipline da tavola, dal wind-surf al kite-surf, dallo skate al wakeboard.

Vi racconto la mia esperienza allo shop di Milano: presa la macchina raggiungo via Gallarate, nei pressi di viale Certosa. Arrivando dal centro città troveremo lo shop sulla sinistra. Tre vetrine su strada, molto ampie e ricolme di ogni tipo di leccornia, “boardisticamente” parlando (e scusate il neologismo!!): vi brilleranno gli occhi, mentre in lontananza sentirete il lamento sommesso del vostro conto corrente, che si starà preparando ad una nuova, dolorosa stangata.

Appena entrati, sulla sinistra, alte tavole da surf occuperanno per intero l’altezza della stanza, così come tutte le tavole della sezione “skate”, mentre sulla destra si aprirà un ampio spazio dedicato alle nostre tavole, quelle da snowboard. I marchi sono i più blasonati: Burton, DC, Drake, Flow, Forum, K2, Nitro, Palmer (e ripeto, Palmer, ovviamente, ndr), affiancati da una selezione delle migliori tavole di marchi meno noti. Su un espositore posto in mezzo alla stanza, cosi’ come sopra agli espositori delle tavole, un’ampia scelta di bindings, mentre al centro della stanza troverete la cassa, circondata da fronde di cappellini, guanti, portafogli, tutti in perfetto street style, e da qualche Go Pro Hd Camera (…sbav…).

Scendiamo al piano seminterrato: lungo la scala troveremo in esposizione una selezione di boots e di scarpe street style, altro capitolo interessante dell’inventario “made in Morgan Air”, e arrivati al piano inferiore troveremo una nuova stanza, occupata da un lato quasi integralmente da mute e attrezzatura da surf, mentre sul fondo troveremo pants&jackets dei più svariati marchi e boots, diligentemente impilati nelle coloratissime scatole DC, Northwave, Burton, Flow, Forum, K2 e Ride.

E’ qui che ho comprato, poco prima di Natale, i miei Northwave Decade SL, di cui vi avevo già parlato. Il personale si è dimostrato molto disponibile. Essendo io all’epoca un perfetto niubbo (italianizzazione di newbie, novellino, ndr) mi ha consigliato su come aprire lo scarpone, mi ha spiegato il sistema di allaccio SL, e ha pazientemente estratto tutti i boots che ho chiesto di provare, dividendosi tra i vari clienti, tutti molto esigenti visto che eravamo nel pieno del fervore natalizio (testimoniato peraltro dal continuo ed insistente frusciare di carte di credito alla cassa e da una serie di decorazioni luminose tutte rosse firmate Burton: le lucine erano contenute in delle forme col logo di fabbrica, e addobbavano qua e la il negozio. Dei geni del marketing questi della Burton, per citare il commento di una mia amica).

Essendo poi il negozio un riferimento per i molti skaters che popolano il piazzale della Stazione Centrale (oltre che altre zone della città), anche lo stile del negozio è assolutamente curato: gli espositori di magliette sono tubolari d’acciaio che salgono e scendono, e che ricordano i rails, cari agli skaters prima che divenissero strumenti di evoluzioni anche per noi riders. Pure il personale si presenta in uno street style piu’ o meno marcato e commisurato ai gusti di ognuno. Insomma, l’immersione nel mondo Board è marcata, non c’è che dire!

Beh, ragazzi, questo è quanto. Se siete di Milano e dintorni si tratta di un riferimento da non sottovalutare, per cui lo shop lo consiglio, soprattutto perché mi sembra popolato di autentici appassionati. Ah, dimenticavo, se avete fondo e lamine da sistemare portateli senza esitazione da Morgan, offrono anche questo servizio!

Ciao a tutti, e STAY TUNED!!

PS: l’immagine in testa all’articolo, così come le altre immagini, sono liberamente tratte dal sito di Morgan Air. Se per qualsiasi motivo dovessero sussistere problemi di copyright non esitate a contattarmi e provvederò a rimuovere le immagini.

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Luoghi: Klausberg (IT)

Ciao a tutti,

dopo un’altra lunga latitanza torno alla tastiera per portarvi di nuovo sulle piste, almeno metaforicamente. Questa volta saliremo al Klausberg, laddove ho finito il 2010 e cominciato il 2011.

Siamo ancora in Sud Tirolo, una ventina di km a nordest di Brunico, sede del Plan des Corones, di cui vi ho parlato l’altra volta. Si raggiunge questa località percorrendo una larga vallata circondata da ampie distese innevate adibite in parte a piste da fondo in inverno, probabilmente campi coltivati nella stagione estiva. Giunti in località Cà di Pietra, sulla destra, si noterà la partenza di una cabinovia, e un parcheggio stretto e allungato.

Arrivati alla base degli impianti solita stangata: è un piccolo comprensorio, composto da 8 impianti di risalita e 13 piste, ma lo skipass giornaliero costa comunque 35 euro. Se posso consigliarvi il da farsi prendete la cabinovia Klausberg, seguite il sentiero di collegamento fino alla seggiovia Klaussee I, per poi risalire ancora su una nuovissima cabinovia fino ai 2510m del Klaussee II. Da qui lo spettacolo vi ripagherà della buona mezzora spesa in risalite: due massicci trasversali collegati da quattro creste affilate come coltelli vi si staglieranno davanti agli occhi: una meraviglia!

Di qui potrete scegliere tra due piste, entrambe meravigliose. Due rosse che daranno accesso ai lati opposti di un park completo di tre kicker di altezze diverse, un picnic table e un discreto numero di rail e box. Tornando alle piste, che in ogni caso proseguiranno sulla destra e sulla sinistra del park, si tratta di due tracciati davvero affascinanti: tortuosi, larghi e immersi in una natura selvaggia scendono fino alla base del Klaussee II. Di qui si può scegliere se risalire, o scendere alla base della Klaussee I lungo un altro tratto di rossa, ed una azzurra finale, su cui, al mio terzo giorno con Blackie, ho iniziato a divertirmi davvero.

Si tratta a mio parere di un comprensorio piccolo ma meraviglioso. Gli impianti sono velocissimi e non si fa mai un minuto di coda. La rossa, la seconda volta che ci sono tornato, nella tarda mattinata dell’1/1/2011 (:D), mi ha dato grandi soddisfazioni! I lati della pista sono pieni di sponde e salti per mettere alla prova riders piu’ esperti e freestylers, e nel park ci sono strutture di tutti i livelli: un mio amico, Lollo, ha chiuso il suo primo salto sul picnic, concludendolo, dopo un atterraggio perfetto, a braccia alzate!!

Aggiungo due dettagli. A metà della risalita con la seggiovia Klaussee I, sentirete della musica alta provenire da una baita. Scendendo, fermatevi a mangiare li’, è la baita più bella in cui mi sia mai fermato finora: fotografie, bandiere e ogni tipo di oggetto da montagna alle pareti e ottimo cibo. Se poi, in compagnia, voleste passare una serata in mezzo alle piste, la medesima baita offre su prenotazione un servizio di bus navetta notturno. Insomma, ve la consiglio vivamente!!

Per finire, la slittata notturna. Sempre su prenotazione, con 40 euro, potrete vivere l’esperienza che ho provato io a capodanno: una ricca cena, in un’altra baita, con vino e grappa a volontà, brindisi sul solarium e poi ognuno potrà inforcare la propria slitta e lanciarsi, con una pila in testa, giù per una meravigliosa stradina illuminata dalla luna nelle notti serene. Una curva via l’altra lasciandosi andare, complici le bevute a cena e la conseguente incoscienza, a velocità di tutto rispetto!! A ripensarci…pericolosissimo…ma resta uno dei ricordi più belli che mi porterò dentro per la vita! Arrivati in fondo eravamo tutti galvanizzati, profondamente felici!!

Ciao ragazzi, alla prossima!! E al solito…STAY TUNED!!

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Luoghi: Kronplatz – Plan de Corones (IT)

Bentornati,

continua la serie luoghi con uno dei comprensori dove sono iniziate le mie avventure sulla tavola: il Kronplatz. Si tratta di un grande comprensorio situato sopra Brunico, in Trentino Alto Adige. Si raggiunge attraversando il centro della cittadina dove, tra fine Dicembre e inizio Gennaio, si vedranno le bancarelle del caratteristico mercatino di Natale. Usciti dall’abitato e percorso qualche km in salita si arriverà alla base degli impianti, in località Reichach, in un vasto parcheggio a terrazzamenti.

Un lungo edificio occupa l’intero fronte del parcheggio, e contiene la biglietteria per gli skipass, il negozio per il noleggio dell’attrezzatura, un centro medico di primo soccorso e un centro informazioni. Al centro della facciata lato parcheggio una grande scalinata attraversa l’edificio, e raggiunge un livello piu’ alto, dove si trova l’arrivo delle piste, l’attacco della cabinovia che porta in quota e il bar dove far colazione e dove bersi il bombardino o il vin bruleè a fine giornata! 😉

La prima sorpresa si ha alle casse: lo skipass giornaliero costa 42 euro, dannazione!! Il comprensorio è molto vasto, servito bene da impianti di recente costruzione, veloci e confortevoli, pero’ tutto questo lo si paga molto caro. Vabbè, amen, sono in vacanza e si vive una volta sola!

La cabinovia ci porta velocemente ai 2275 m.s.l.m. del Plan de Corones, il punto più alto del comprensorio: un altopiano da cui si diparte a raggiera una rete di 31 impianti di risalita e 42 piste di ogni difficoltà, cui vanno aggiunte la pista baby e lo snow park. L’altopiano offre una vista mozzafiato sui comprensori circostanti e per nostra fortuna il sole non è mai mancato!

Qualche metro a piedi fino ad una delle piste disponibili, servita da una veloce seggiovia, e chiudo gli attacchi Union sui boots di cui vi ho già parlato. Si tratta di una azzurra piuttosto breve, larghissima e abbastanza pendente. Mi guardo intorno: molte scuole di sci scendono in file ordinate, mentre un buon numero di disperati come me infilano qualche curva e molte facciate nella neve! Mi faccio la pista un paio di volte, fermandomi di tanto in tanto ad osservare le Dolomiti tutto intorno. Impiego un 10 minuti circa a percorrerla dalla cima alla base della seggiovia. Qui trovo un po’ di coda, ma in 5 minuti ci si siede comodamente su un impianto che in altrettanto tempo riporta alla vetta. Non male penso, ma 42 euro per rimanere su una sola pista proprio no!!

Uscito dalla seggiovia per la terza volta apro anche l’attacco davanti e, con la tavola in mano, cerco un’altra pista e…ne trovo 3!! Si tratta di un lungo tracciato in mezzo ai boschi, comunque largo ma meno pendente della pista precedente. Si snoda lungo tre diverse piste, tutte azzurre, servite da una cabinovia. Serve circa una mezzora per un neofita come me per percorrere i 4km che mi separano dalla base dell’impianto, ma che pista ragazzi!! Divertente, con dei bei tratti di powder tra gli alberi. Viene percorsa da rider di ogni livello perché i bordi della pista offrono ai più esperti il terreno ideale per provare tricks e salti. Anche qui per accedere alla cabinovia c’è un po’ di coda, ma sempre nei limiti dell’accettabile se si considera la lunghezza della pista: arrivati a valle dopo aver surfato mezzora, col fondoschiena dolorante, quei 20 minuti di pausa tra coda e risalita sono quasi piacevoli!

E per mangiare? Beh, scriverò un post a parte riguardo alle mangiate nelle baite delle Dolomiti, ma nel frattempo vi anticipo che con circa 10 euro avrete un piatto abbondante e una birra a disposizione. Le differenze tra le varie baite saranno sulle quantità, più che sul prezzo, e comunque non tornerete sulle piste affamati, questo è assicurato.

La nera di rientro non l’ho fatta di persona. Il primo giorno in cui ho solcato le piste del Kronplatz ho scelto di scendere con la cabinovia, visto che mi era stata descritta come una pista molto impegnativa. Chi l’ha fatta me l’ha descritta come un’unica lastra di ghiaccio, molto pendente e affrontata, anche da rider già esperti, quasi integralmente in backside: in altre parole mille e 1 modi, almeno per un neofita come me, di spaccarsi le gambe!! 🙂

Giudizio complessivo? Difficile formularlo per quanto mi riguarda, visto che del vasto comprensorio ho percorso solo una piccola parte. Mi esprimo, qui, mischiando esperienza diretta e giudizi altrui, formulati da persone capaci e competenti: vastità del comprensorio, qualità e sicurezza delle piste, qualità e velocità degli impianti, bellezza del panorama, sono tutti ai massimi livelli. Quest’ultimo, se paragonato alle viste che di solito si godono nelle dolomiti, appare un po’ “addomesticato”, meno ruvido e selvaggio di quanto si vede altrove, e da amante della montagna più aspra devo dire di essere stato colpito meno di altre volte, in quella zona, pur restando un luogo meraviglioso. Dal punto di vista prettamente sciistico siamo, complessivamente, sui livelli di Madonna di Campiglio: altissimi.

Per finire una chicca: a fine giornata una breve pista nei pressi del fondovalle, vicino a Brunico, viene illuminata a giorno e consente sciate notturne molto affascinanti, oltre a regalare a chi come me ama la fotografia, inquadrature come quella che vedete qui a lato: affascinanti!

Beh, per ora il mio racconto sul Kronplatz si chiude qui, ma spero di tornarci, magari l’anno prossimo, e potervi dare un giudizio più completo!! Ciao, alla prossima, e STAY TUNED!!

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